L’ecocardiografia è una metodica che è stata introdotta in Italia negli anni ’70; essa utilizza gli ultrasuoni per visualizzare l’interno del cuore ed il flusso del sangue attraverso le valvole. A differenza delle radiazioni utilizzate in radiologia, gli ultrasuoni sono innocui, per cui non è necessaria alcuna precauzione e l’esame può essere eseguito su qualunque paziente innumerevoli volte (anche nelle donne in gravidanza). Durante l’esame di routine, transtoracico, la sonda viene appoggiata al torace del paziente e gli ultrasuoni vengono diretti all’interno del corpo, senza che il paziente possa avvertirli.
Gli ultrasuoni arrivano al cuore e ritornano alla sonda generando echi che sono utilizzati per visualizzare sullo schermo un cuore “virtuale” che ci informa del comportamento del cuore reale del paziente. Le onde sonore possono anche essere riflesse dalle cellule del sangue e fornire informazioni sul flusso all’interno del cuore e dei vasi.
Questo fenomeno è chiamato Doppler. Durante un esame Doppler il paziente sente un rumore prodotto dalla macchina che rappresenta il flusso del sangue attraverso le valvole del cuore.
Gli anni ’80 ne hanno visto una progressiva diffusione, tanto che oggi essa rappresenta, insieme all’elettrocardiogramma, la metodica di base per studiare qualunque tipo di malattia cardiaca. Le informazioni che si rilevano con questo esame sono diverse e complementari a quelle che si acquisiscono con l’elettrocardiogramma. La visita cardiologica, l’Elettrocardiogramma e l’Ecocardiogramma bidimensionale Color Doppler transtoracico consentono di acquisire una ricchezza di informazioni sullo stato anatomico e funzionale del cuore di livello molto elevato che spesso consentono un primo accurato inquadramento dei problemi cardiologici del paziente.
In quali casi è utile eseguire l’esame?
L’ETT serve sostanzialmente a due scopi:
È necessaria una preparazione particolare?
No! Non è necessaria alcuna preparazione per sottoporsi all’esame né modificare o sospendere la terapia in corso.
Perché è MOLTO IMPORTANTE avere notizie sulle malattie precedenti?
L’esame ecocardiografico è una procedura di tipo “artigianale” nella quale è fondamentale l’abilità del cardiologo che deve riuscire a visualizzare, in un tempo ragionevolmente contenuto, le strutture potenzialmente responsabili dei problemi del paziente. Questa visualizzazione, spesso difficile, comporta la capacità di orientare correttamente la sonda e di agire in modo coerente sui comandi della macchina. Per questo il cardiologo, prima di cominciare l’ecocardiogramma, deve sapere cosa deve andare a cercare.
È quindi molto importante che il paziente abbia con sé una relazione clinica circostanziata o, in assenza di questa, almeno la documentazione clinica personale: visita del cardiologo, elettrocardiogramma, ecocardiogrammi precedenti. In questo modo sarà possibile lo studio accurato delle strutture potenzialmente responsabili dei sintomi lamentati dal paziente e sarà più facile trovare la soluzione del problema.
Vi sono infine alcune situazioni (ad esempio gli esiti di interventi cardiochirurgici) nelle quali NON È POSSIBILE iniziare l’esame senza avere notizia sul tipo di intervento che è stato eseguito e sulla protesi che è stata impiantata.